E-mail del 05 aprile 2009
Oggetto: Deportazione cani randagi.
Mi rivolgo a tutti i destinatari nella mia qualità di presidente dell'Associazione Amici del Cane onlus di Messina, con l'auspicio che si smetta di adottare verso i cani randagi misure disumane, sproporzionate e spesso illegali che nulla hanno a che vedere con sane e consapevoli azioni atte a mettere in moto sollecitamente tutte le Istituzioni preposte ad attuare quanto le leggi prescrivono per raggiungere il controllo del randagismo, problema incoscientemente sottovalutato.
Per quanto in oggetto è da più di un anno che la nostra Associazione, inascoltata, diffida i Comuni Siciliani a praticare la deportazione in massa dei randagi in altre province o, peggio, in altre regioni esortandoli al rispetto della L.R. 15/2000 ed a non sprecare il denaro pubblico.
E’ noto che, come disposto dalla legge quadro 281/91, ogni Regione ha emanato una propria legge adeguata ai principi della stessa ed adottato un programma regionale per la prevenzione del randagismo secondo le proprie esigenze territoriali ed i propri criteri.
Alla diversità dei criteri è dovuto il fatto che le L.R. poco hanno in comune fra loro specialmente per quello che riguarda i diritti degli animali di affezione.
La legge della Regione Sicilia è gradita ai siciliani. Nessun articolo consente la possibilità di mandare i propri cani in canili di altre province o regioni ed è sufficientemente vicina al rispetto del punto a) dell’art. 5 della carta dei diritti degli animali:
(a) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell'ambiente dell' uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie;
Il principio cardine della normativa è che Comuni, USL e Associazioni animaliste insieme provvedano, nel loro territorio, alla cura degli animali al fine di prevenire il randagismo.
Trasferirli in altre regioni, magari a mille chilometri di distanza, significa solo eludere lo spirito della legge e consentire ai comuni di liberarsi di un problema anziché di affrontarlo e risolverlo.
In forza di questo illegale e balordo criterio sono sorti Canili Deposito che ospitano migliaia di cani randagi che, come è ovvio, non possono che essere tenuti in gabbia sino alla loro morte.
Tutto questo le Associazioni animaliste non lo possono tollerare.
Ritengo quindi che le Associazioni animaliste Oipa Italia, LAV, ENPA, LNDC, LIDA e tutte quelle che vogliono partecipare, debbano impedire queste deportazioni di massa e farsi carico di obbligare le amministrazioni pubbliche al rispetto della legge non consentendo loro di eludere il problema con i sistemi barbari sopra denunziati.
Messina, 04 aprile 2009
Associazione Amici del Cane onlus
Il presidente
Caterina Arcovito
Allegato 1:
RICORDIAMO CHE:
I°) Il cane è un animale d'affezione, così definito per le elevate capacità socio-cognitive e comunicative e una forte predisposizione a cooperare con l'uomo ed a formare legami sociali intensi e durevoli.
I°) La Dichiarazione universale dei diritti dell'animale, redatta dalla Lega internazionale dei diritti dell'animale, è stata presentata a Bruxelles il 26 gennaio1978 e sottoscritta da personalità del mondo filosofico, giuridico e scientifico;
Successivamente è stata proclamata a Parigi presso la sede dell'UNESCO, il 15 ottobre 1978.
I°) La carta dei diritti degli animali (allegata) all'art. 5 recita che:
a) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell'ambiente dell' uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie;
b) ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta dall'uomo a fini mercantili è contraria a questo diritto.
I°) IL TRATTATO DELL’ UNIONE EUROPEA (Nuovo articolo 13 della parte II del Trattato) firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 dai 27 Paesi dell'Unione Europea, fra le molteplici novità migliorative dal punto di vita sociale, riconosce giuridicamente come esseri senzienti (dotati di sensibilità) gli animali e gli Stati nazionali dovranno tenere pienamente conto delle esigenze del loro benessere.
Il trattato è entrato in vigore il 1° gennaio 2009, non vincola nessun Paese ad una precisa legislazione, ma da loro una direttiva da seguire.
Associazione Amici del Cane onlus – Messina - info@siciliamicidelcane.it
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07.12.2006: Il TAR di Catania ha sospeso il provvedimento del Sindaco di Lipari (Messina) con il quale i randagi venivano accalappiati e trasportati in Calabria da una ditta privata.
Il provvedimento è stato assunto dal TAR Catania accogliendo il ricorso dell’Associazione animalista Eolo a Quattro Zampe Onlus in collaborazione con l’Associazione Amici del Cane Onlus.
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REALTA’ DEL MESSINESE
Anche se ancora distanti dal “risolvere” il problema del randagismo sono particolarmente orgogliosa di poter dire che Messina è sulla buona strada per diventare la città guida della Sicilia per civiltà verso gli animali d’affezione.
La collaborazione fra Istituzioni, Associazioni animaliste e Cittadini, nata da civili confronti sollecitati anche dal nostro Prefetto, ha dato inizio a varie belle realtà che vanno dal presidio AUSL attivato subito dopo la consegna dei locali all’Azienda da parte del Comune e dove, quattro volte alla settimana, i veterinari dell’Azienda, oltre ad applicare i microchips, sterilizzano con professionalità cani e gatti randagi portati dai badanti, al protocollo d’intesa del 24 aprile 2005 per la remissione in libertà dei cani randagi, giusto commi 6 e 7 della L.R. 15/2000, all’accordo con le forze dell’ordine per le comunicazioni degli animali persi/trovati e per gli interventi di accertamento nei casi di abbandono o maltrattamento, alla completa disponibilità delle Associazioni ad intervenire dove è necessario, alla pazienza e collaborazione dei cittadini. Anche L’Istituto Universitario di Veterinaria dà una mano curando cani randagi affetti da tumore.
Le difficoltà e le fatiche sono tante e da parte di tutti, così come sono tante le sofferenze di molti randagi, ma il progetto per il canile sanitario è pronto e questo ci fa essere certi che, una volta realizzato, il numero delle sterilizzazioni sarà tale che nel giro di pochi anni il problema si ridurrà ad una routine di controllo facilmente gestibile, con grande sollievo di tutti, anche dei cani e dei gatti.
Irrisolto al momento il problema del canile rifugio che, ospitato in un vecchio forte e gestito, con grande cura dei cani ricoverati, dalla sezione della L.N.D.C., è logisticamente infelice ed in grande difficoltà per i continui ritardi del Comune ad erogare le rette.
Della nostra Provincia, molto estesa (108 Comuni), possiamo seguire varie iniziative volte ad arginare il problema; I Sindaci di Trapani, Barcellona, Oliveri e Milazzo, Siracusa e Caltagirone, interpellando e coinvolgendo le Associazioni, dimostrano di volerlo affrontare con serietà e nel rispetto della legge.
Altri Sindaci hanno preso iniziative molto dubbie, al vaglio delle Associazioni.
Nella certezza che questo Convegno possa essere un buon veicolo d’informazione, desidero lanciare un messaggio a tutti i Sindaci in generale e dei nostri 108 Comuni in particolare:
Nel numero sta la forza, i limitrofi si organizzino in consorzio e, con poca spesa per ognuno, costruiscano un canile sanitario (si potrebbe arrivare a 4) mettendolo a disposizione della AUSL e di una Associazione animalista.
I risultati, mantenendo intenti e comportamenti univoci, saranno sorprendenti.
2006 Caterina Arcovito n.q.